Fra Liguria e Toscana fine anni '80
dalle zone della Lunigiana a Firenze

Da La Spezia partii a fine inverno 1989. Per l’esattezza da San Terenzo, frazione di Lerici, dove abitavo, e da Muggiano, appendice orientale di La Spezia, zona industriale a carattere prevalentemente navalmeccanico, importante presenza di industria di costruzione e riparazione navale. Ero arrivato da quelle parti nell’estate del 1986, quasi tre anni in un ambiente di lavoro ed in un contesto sociale che mi hanno dato tanto. Tre anni non sono pochi soprattutto se vissuti con intensità di situazioni. 

La ragione di quel cambiamento rappresentata dalla opportunità di lavorare a Firenze, presso la locale Associazione degli Industriali (più tardi prese il nome di Confindustria Firenze). In Fincantieri (e prima ai Cantieri Navali Riuniti) avevo svolto funzioni di Hr generalista, a Firenze l’impegno era più marcatamente sindacale, interfaccia dei Sindacati Metalmeccanici della provincia. Un lavoro decisamente severo, a volte anche piuttosto crudo, dovendo trattare argomenti tipo riduzioni collettive del personale in aziende in crisi e casse integrazioni. A contatto comunque con una realtà molto attuale, in un contesto di rilevanza sociale ed economica non secondaria.

A La Spezia lasciavo rapporti che erano diventati ormai famigliari, anche nel contesto lavorativo, un Direttore del Personale con il quale si era cementata una vera amicizia, un Direttore di Stabilimento con cui qualche anno prima giocavo al calcio sul campetto di Quezzi. Rapporti con le Rappresentanze Sindacali Aziendali che nel tempo si erano fatti colloquiali, quasi confidenziali.

L’ambiente geografico e di abituale frequentazione in La Spezia, e ancor più nei dintorni, era ugualmente famigliare. Frequenti scappate in zona Bocca di Magra, bella per ambiente molto particolare soprattutto se considerato che fa parte del territorio ligure, inusuale a questo genere di paesaggi. Non lontano Monte Marcello con le sue panoramicità straordinarie. Palestra fra Sarzana e Marinella, dopo l’orario di lavoro, trattoria tipicamente sarzanese, La Scaletta, molto economica e di cucina apprezzabile e varia. La stessa Sarzana città molto bella, la via degli Antiquari, disseminata di botteghe che rimettono in sesto mobili antichi e preziosi, i negozi di abbigliamento e di calzature, pregevolmente moderni e non troppo costosi, la piazza centrale con servizi di ogni genere, dalla partenza dei pullman per tutte le destinazione a studi dentistici di alto livello professionale

Amicizie tante, soprattutto fra i colleghi, qualche uscita in barca, entroterra spezzino con possibilità di degustazione di piatti di cinghiale preparati nella propria locanda dalla moglie di un collega capo squadra nelle spedizioni di caccia. Ambienti liguri che offrono a ravvicinate distanze chilometriche ambienti tipicamente marini e paesaggi campestri e silvani, centri urbani dalle caratteristiche molto diverse tra loro. Puntate anche fino alle zone di Carrara e Massa, Aulla, manco a dirlo per gustare panigacci e testaroli.

E soprattutto Lerici con la poesia del suo golfo, naturale e indotta dagli scrittori inglesi, in particolare Byron e Shelley, i romantici che trovarono qui dimora a loro confacente. Mare stupendo, un periodo, quasi tutti i tre anni, giornate di sole spesso anche nella stagione invernale. Un insieme di componenti che suscitava stupore ammirato nei lavoratori trasferisti che venivano da altre parti d’Italia dove freddo e nebbia sono abituali.

Un mondo privilegiato, certamente, che poteva contare su tanti aspetti dai pregi molteplici e che è stato bello esperienziare e trasmettere al proprio animo come una sensazione felice per estetica ambientale di grande valore e compagnie di ottimo affiatamento ed intesa. E poi ripartenza… anzi ripartenze. Verso altri cosmi ed altre storie, tante… ognuna richiederebbe i tempi e gli spazi di un romanzo per essere raccontata compiutamente. Il ricordo spesso affiora e conforta, il passato gradevole è compagnia amica. Il presente ha sapori propri, sia perché sempre viene vissuto con stati d'animo diversi da quelli del ricordo sia perché sono mutati posti, contesti ambientali, situazioni e frequentazioni. Conviene apprezzare anche quelli attuali per ciò che sempre di buono sanno darci.